Il ruolo di Borghese in un golpe secondo un documento della CIA

Di seguito presentiamo un documento desecretato della CIA in cui vengono alla luce i contatti tra l’intelligence americana dal 1969 con la cerchia di persone legate al Principe Nero: Junio Valerio Borghese e da esponenti delle forze armate, del governo e dell’elité industriale italiana. Tramite la CIA cercavano infatti di capire se in un eventuale colpo di stato, gli Stati Uniti avessero opposto resistenza.

ruolo-Borghese-Golpe

Allegato a: JRA 53013

6 Agosto 1970

soggetto. Presunto ruolo nei progetti di colpo di Junio ​​Valerio Borghese

1. il 4 Marzo 1969 un ufficiale dell’intelligence navale italiano, che è in

contatto con uno dei miei ufficiali, gli ha detto quanto segue:

Ha parlato di recenti incontri preliminari di un certo numero di personale, suoi amici influenti che avevano discusso di un colpo di stato. Questo ufficiale ha dichiarato che questi amici non identificati avevano una posizione ben consolidata sia all’interno del Governo Italiano, sia nell’industria privata, ma non avevano organizzazione formale ed erano legati da amicizie personali di lunga data. L’ufficiale italiano domandò lo scrittore se un rappresentante della CIA si sarebbe seduto e avesse almeno ascoltato il gruppo e la loro proposta di soluzione alle problematiche italiane. Ha detto che il gruppo voleva una lettura affidabile inerente alla posizione che il  governo degli Stati Uniti avrebbe preso in caso di un colpo di stato, cioè, se gli avessimo messo i bastoni fra le ruote e ci fossimo schierati con il governo di centro-sinistra. L’ufficiale americano disse al suo collega italiano che la CIA non poteva parlare per conto del Governo degli Stati Uniti, né che la CIA potrebbe approvare tali piani embrionali o vaghe idee. L’italiano si rifiutò di rivelare le identità e ha risposto negativamente alla domanda sul coinvolgimento di Rodolfo Pacciardi e del resto della Nuova Repubblica.

2. Il 4 aprile 1969, il funzionario italiano ha nuovamente sollevato il medesimo discorso affermando che egli avrebbe incontrato i suoi compagni che stavano tramando di nuovo e che avevano ancora

bisogno di qualche indicazione sulle eventuali reazioni del governo degli Stati Uniti. Ha detto che lui e il suo amici erano troppo pratici per aspettarsi il sostegno del governo degli Stati Uniti e tutto quello che avrebbero voluto sentirsi dire era che il governo degli Stati Uniti sarebbe rimasto neutrale in caso di un colpo di stato. All’ufficiale italiano è stato detto che la CIA non poteva rispondere fino a quando non avrebbe avuto i dettagli specifici riguardo a chi veniva coinvolto e cosa veniva pianificato. A questo punto l’italiano dichiarò che il personaggio principale coinvolto era Valerio Junio Borghese. [ L’italiano a cui stavamo parlando è un collega di Borghese dalla Seconda Guerra mondiale e che ha servito con lui nelle «ex-flotila Mas a La Spezia,]

3. Il 25 maggio 1969 abbiamo appreso dall’uomo precedentemente menzionato l’ufficiale dell’intelligence italiana, che Borghese era già in contatto con un ufficiale non identificato dell’intelligence degli Stati Uniti a Napoli. Borghese, parlando con l’ufficiale d’intelligence navale italiano affermò di avere amici in posti influenti a Washington, compreso il Dipartimento di Stato. L’ufficiale d’intelligence navale italiano ha continuato a dire che il movimento di Borghese godeva del rispetto e del sostegno della gran parte dei funzionari di governo e anche dei politici, partendo dall’ala destra del PSI fino ad arrivare all’ala sinistra del MSI. La stessa fonte ha dichiarato che a colpo di stato avvenuto, ci sarebbe una coalizione dei militari e della leadership economica del paese.

4. In aggiunta a quanto sopra, i nostri file indicano che il Ministero italiano degli Interni aveva un rapporto nel settembre 1969 inerente agli incontri che si svolgono tra Valerio Borghese, presidente del Fronte Nazionale, e diversi industriali Genovesi: Alberto Calami, Sabastiano Calami, Giacomo Cambiaso, e Giacomo Berrino.

5. I nostri file contengono anche una registrazione della conversazione tra Charles Stout, Secondo Segretario dell’Ambasciata americana e il Principe Valerio Borghese del 26 gennaio 1970. Emerge chiaramente da diversi documenti in nostro possesso che Borghese e le sue attività sono state tenute sotto una certa sorveglianza dei funzionari della sicurezza italiana per molti anni.

Traduzione di Emanuela Salogni

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